L’articolo ha il solo scopo informativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico o dello psicologo.

Peter Sifneos e John Nemiah definirono all’inizio degli anni ’70 l’alessitimia come assenza di capacità di identificare e descrivere le emozioni. Per comprendere meglio questa definizione si può fare riferimento a una scala creata per misurarla e che risulta essere ancora la più attendibile: la TAS-20 (Toronto Alexithymia Scale creata da Taylor Graeme J., Ryan David e Bagby R. Michael nel 1986) [https://www.karger.com/Article/Abstract/287912]

Essa è composta da 20 item con risposta auto valutativa su scala likert.

Il TAS-20 (Se vuoi fare il test premi qui) ha lo scopo di identificare tre caratteristiche chiave dell’alessitimia:

  • La difficoltà nell’identificare i propri sentimenti;
  • La difficoltà nel descrivere i sentimenti altrui;
  • La presenza di un pensiero orientato quasi solo all’esterno, cioè verso fatti concreti, raramente verso i propri processi psichici interni.

Potremmo definire l’alessitimia come un misconoscimento delle proprie esigenze emotive e affettive dove l’individuo alessitimico in un qualche momento della sua vita ha rinunciato a cosa per lui è intimamente importante. Il suo locus decisionale avrà una base fortemente razionale in cui le sue scelte risulteranno fredde e lontane dalle esigenze intime.

Alcuni individui alessitimici possono sembrare in contraddizione con le caratteristiche sopra menzionate perché possono sperimentare disforia cronica o manifestare scoppi di pianto o rabbia [Nemiah et al (1970), pp. 432–33; Krystal (1988), p. 246; McDougall (1985), pp. 169–70; Taylor (1997), pp. 29, 246–47] Tuttavia, il TAS-20 rivela che sono abbastanza incapaci di descrivere i loro sentimenti.

Abbandonando la sfera individuale per spostarsi in quella sociale, potremmo azzardare che viviamo in un contesto alessitimico dove vengono considerate prioritarie le esigenze di tipo consumistico, in cui i sogni si sovrappongono all’acquisizione di un bene materiale e che questo bene viene confuso con un’esigenza interiore. Se la società ha ormai tale connotazione e la famiglia ne risulta essere l’ultimo anello, allora essa trasmetterà tale confusione ai membri più piccoli.

A livello diagnostico esistono due categorie di alessitimia [Berthoz, S & Hill, E.L. (2005). The validity of using self reports to assess emotion regulation abilities in adults with autismm spectrum disorders. European Psychiatry, 20(3), 291-298]:

  • Alessitimia di tipo 1 – In cui gli individui non provano emozioni
  • Alessitimia di tipo 2 – in cui le persone provano emozioni ma non sono in grado di descriverle a parole.

Bagby e Taylor [Parker JDA, Taylor GJ, Bagby RM (2001). “La relazione tra intelligenza emotiva e alessitimia”. Personalità e differenze individuali 30, 107-115] suggeriscono anche che l’alessitimia potrebbe essere temporanea e scomparire nel tempo dopo che la situazione stressante che l’ha prodotta è scomparsa.

Epidemiologia:

L’alessitimia ha una diffusione nella popolazione sana di circa il 13%. Gli uomini (17%) hanno il doppio delle probabilità di essere colpiti rispetto alle donne (10%). In particolare, gli uomini hanno ottenuto punteggi più alti nella difficoltà di descrivere i sentimenti e nel pensiero orientato verso l’esterno, ma non vi era alcuna differenza di genere nella difficoltà di identificare i sentimenti. Il costrutto di alessitimia è fortemente inversamente correlato ai concetti di mentalità psicologica e intelligenza emotiva.

Sintomi

  • Difficoltà nel saper identificare i sentimenti e le emozioni;
  • problemi di distinzione tra emozioni e sensazioni corporee;
  • capacità limitata di comunicare i sentimenti agli altri;
  • difficoltà nel riconoscere e rispondere alle emozioni altrui, incluso il tono della voce e le espressioni facciali;
  • Scarsa fantasia e immaginazione;
  • uno stile di pensiero logico e rigido che non tiene conto delle emozioni;
  • scarsa capacità di affrontare i problemi e lo stress;
  • comportamento poco altruistico rispetto ad altri. 

Cosa non è l’alessitimia: 

Ci sono molte idee popolari sbagliate sull’alessitimia. Alcune definizioni confondono l’alessitimia con altre condizioni o disturbi che coinvolgono una mancanza di emozione o di espressione emotiva.

Alexithymia non deve essere confuso con:

  • Sociopatia (mancanza di preoccupazione per gli altri)
  • Stoicismo (deliberata resistenza degli impulsi emotivi)
  • Apatia (mancanza di reattività o motivazione emotiva)
  • Repressione emotiva (subconscio ma negazione motivata dell’emozione).

Inoltre, l’alessitimia non deve essere confusa con l’incapacità maschile (stereotipo) tipica di esprimere le emozioni.

Esiste un ottimo sito in inglese dove poter attingere informazioni utili:

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E una tesi online di un dottorando da cui si può fare il download liberamente.

link 2